Paula Solveira

di Enrico Fragale Esposito

Un brand giovanissimo TOM & BOY, che però ha già raggiunto traguardi notevoli come la presenza, insieme a nomi altisonanti, a una mostra in corso a Bruxelles dedicata ai 200 anni della moda bambino. La creatrice e designer Paula Solveira non si piega a trend datati e al gusto di massa, ormai dominanti nel settore, ma guida controcorrente il suo marchio gender neutral, avventurandosi anche nel metaverso dove mini modelli avatar hanno indossato i capi della scorsa stagione estiva. E ora per l’AI22 arriva una collezione fatta di tagli geometrici, colori caldi e print artistici dedicata al romanzo, poi diventato film premiato agli Oscar, Captains Courageous, in cui il tema è la formazione della propria personalità… e TOM & BOY ne ha da vendere!

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Paula Solveira

La tua FW22 si ispira al romanzo, poi diventato film, Captain Courageous… cosa ti ha colpito di questa storia e come hai tramutato l’ispirazione in capi di abbigliamento?

 

Adoro i film con protagonisti i bambini o in cui i bambini hanno un ruolo importante, ne ho una lista piuttosto lunga, quindi quando cerco ispirazione o un concetto per le collezioni, di solito li uso come riferimento. Per questa collezione ho voluto esplorare la figura del marinaio in inverno, poiché è un tema che di solito viene trattato per le campagne estive.

Captains Courageous tratta della formazione della personalità nel bambino e dell’importanza di avere dei modelli di riferimento in quell’età. I capi hanno un carattere quasi vintage, con toni ruggine, e naturalmente sia la palette che le silhouette fanno riferimento al mondo dei marinai e del mare.

 

Quale film visto da bambina ti ha commosso di più? E chi era la tua star preferita?

 

I miei film preferiti da piccola non hanno nulla a che fare con il mondo Disney. Infatti, i miei ricordi più belli sono legati a pellicole d’avventura anni ’80… I Goonies, Karate Kid o Gremlins. Ora vedo che quel mondo è riemerso in serie come Stranger Things e lo adoro.

Ma il mio personaggio preferito era Pippi Calzelunghe, una vera ragazza punk, che rompeva gli stereotipi di genere e di comportamento. Un riferimento perfetto per costruire la propria identità.

 

Perché hai dato il nome TOM & BOY al tuo brand?

 

Fin dall’inizio ho voluto che il brand rispecchiasse un’idea di moda in cui il genere non è più rilevante. La parola tomboy -maschiaccio in inglese- mi ricordava molti personaggi che avevo visto nei film, come Jo March in “Piccole Donne” o Scout Finch ne “Il Buio oltre la Siepe.

Il termine va oltre il semplice concetto di ragazza che indossa abiti da ragazzo, ma descrive un atteggiamento di ribellione contrario all’iper-femminilizzazione della moda. Aggiungere la congiunzione & nel mezzo credo sia ancora più inclusivo.

 

Hai collaborato con un artista dell’immagine virtuale per una video presentazione della tua scorsa collezione SS22. Come vedi il futuro della moda in generale, e bambino in particolare, legato alla nuova frontiera del Metaverso?

 

La moda è sempre avanti in tutto… i primi siti web, i primi streaming, e pensa sempre al futuro (presentiamo le collezioni con un anno di anticipo).

Quindi il futuro che verrà (anche se non sono sicura che sia strettamente legato al Metaverso) spero sia totalmente sostenibile ed etico.

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TOM & BOY compare nel contesto di una mostra attualmente in corso a Bruxelles sulla storia della moda bambino, accanto a nomi importanti come Baby Dior, Balmain, Lanvin, etc… come sei stata coinvolta e quanta emozione ti dà vedere il tuo giovanissimo marchio già presente in un allestimento così importante?

 

I curatori della mostra hanno visitato il Playtime di Parigi nel gennaio 2022 e lì hanno selezionato il completo che si trova esposto a Bruxelles. Si tratta del set “Le Costume Marin” ispirato al classico abito da marinaio che i bambini indossavano nel XIX secolo, ma totalmente rivisto secondo l’estetica e il comfort attuali. Si inserisce bene nel discorso della mostra e per me è un onore non solo essere stata selezionata, ma anche poter condividere uno spazio così incredibile con altri marchi di rilievo.

 

Ci dici il nome di qualche marchio con il quale vedresti bene mixati i tuoi pezzi.

 

Più che un marchio specifico, mi piace l’idea che qualcuno prenda uno dei miei capi e lo renda protagonista di un proprio styling. E c’è anche una frase che adoro, “se non si abbina, abbinalo di più” – fanne qualcosa che Pippi potrebbe indossare!

 

In quale momento della tua vita hai deciso di diventare designer di moda?

 

Sono un designer di moda da sempre. La mia famiglia conserva un disegno di quando avevo 5 o 6 anni in cui avevo ritratto Tom Sawyer vestito in stile Comme des Garçons.

Avevo un quaderno che raccoglieva 500 pagine con la mia collezione di moda, che ancora non so perché chiamai Tangeri. Senza esserci mai stata! Da quel quaderno sono poi usciti molti modelli che abbiamo portato alla sarta perché li realizzasse per me.

 

Il tuo pezzo preferito di questa collezione?

 

Quello in mostra a Bruxelles.

 

Ci sono tanti giovani attori prodigio, chi vorresti vedere indossare i tuoi capi?

 

Mi sento molto felice quando vedo un bambino indossare TOM & BOY, quindi qualsiasi star del cinema è benvenuta!

 

Ci anticipi qualcosa sulla tua prossima collezione SS23 o su qualche altro progetto futuro?

 

Adoro poter collaborare con altri artisti per le collezioni TOM & BOY, questo è il mio progetto immediato.

Inoltre, ho appena scoperto un film che mi ha ispirato molto per una futura collezione e non riesco a smettere di pensare di condividerlo con tutti coloro che non l’hanno visto. 😉

 

tomandboy.com
@tomandboy

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